Le caratteristiche dello scafo della barca e le sue componenti

In questo articolo andremo ad analizzare le caratteristiche dello scafo della barca, nonché tutte le parti da cui esso è formato. L’argomento è importante, poiché quella in oggetto è una delle sezioni fondamentali delle imbarcazioni: ne determina qualità come la robustezza, la resistenza e la capacità di galleggiamento.

Non solo: lo scafo è indispensabile per garantire la velocità del mezzo e la sua manovrabilità. Le barche con un ottimo scafo sono più facili da condurre, anche per coloro che sono meno esperti in merito!

Prima di addentrarci nel discorso, però, vi comunichiamo qualche interessante curiosità. La forma dello scafo cambia leggermente a seconda del tipo di barca, e si è evoluta nel corso dei secoli. Alcuni dettagli restano tuttavia costanti, come la sagoma allungata e affusolata, la struttura simmetrica, la presenza di un’ossatura e di un rivestimento all’esterno (la coperta e il fasciame). Inoltre, gli scafi sono più stretti alle estremità e più larghi al centro.

Lo scafo, tra l’altro, può essere diviso in maniera ideale in vari modi. C’è la linea di galleggiamento, che separa l’opera viva (la parte sommersa) e l’opera morta (la parte emersa). Se si traccia invece una linea longitudinale, si ottengono la parte sinistra (babordo) e la parte dritta (tribordo), rispettivamente a sinistra e a destra.

L’area di mezzo è la maestra, quella anteriore è la prua, quella posteriore è la poppa. La prua è detta anche prora, la poppa accoglie il timone.

Qualche nozione sul peso dello scafo

Parlando delle caratteristiche dello scafo della barca dobbiamo approfondire anche quelle relative al peso.

A tal proposito si usa il termine “tonnellaggio”. Quest’ultimo prevede in realtà tre categorie, ossia la stazza, la portata e il dislocamento.

La stazza è la grandezza dello scafo, un’unità di misura adoperata prevalentemente in ambito commerciale. Al contrario, una volta si distinguevano la stazza lorda (il volume degli interni) e la stazza netta (gli spazi effettivamente utilizzabili per il carico della merce).

La portata è il peso massimo che lo scafo può sostenere senza andare a picco. Questo valore si esprime in tonnellate, ed è uno dei principali da calcolare se ci si dedica al traffico marittimo.

Il dislocamento, infine, è il peso dell’acqua che viene spostata dall’opera viva dello scafo. Di conseguenza, non è altro che il peso dello scafo in tonnellate: infatti “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di liquido spostato”, per citare la formula di Archimede.

Scafo e termini tecnici

Lo scafo è composto da tanti elementi. Vediamo qualche vocabolo che dovete conoscere se siete appassionati del mondo nautico!

Si sente spesso nominare la carena, che è l’opera viva: la sezione immersa dello scafo. La coperta è la superficie superiore.

Quasi tutti gli scafi hanno una sorta di finestrella per l’illuminazione degli ambienti interni: essa è l’oblò. Invece il boccaporto serve per il passaggio delle persone o degli oggetti. Se è piccolo, è chiamato osteriggio.

Gli scafi possiedono un parapetto protettivo, la battagliola, con i candelieri, i pulpiti e le draglie. Il candeliere è una staffa verticale che regge le draglie, dei cavi di acciaio. I pulpiti sono strutture di sostegno, a loro volta in acciaio, tubolari e situate presso la prua e la poppa.

Nel campo degli scafi bisogna sapere anche cos’è la tuga: un innalzamento della coperta, che rende più vasti gli interni. Il pozzetto è finalizzato a manovrare la barca, e si trova in linea di massima al centro oppure a poppa. È sormontato dal paramare.

Abbiamo poi la falchetta, il bordo dello scafo, e la murata, cioè il lato. La murata di sinistra si oppone a quella di dritta, ovvero di destra. Questa componente prende il nome da una tipologia di cima, la mura, che un tempo veniva impiegata sui velieri per le vele quadre.

Avete mai udito i termini pruavia e poppavia? Il primo indica qualcosa più a prua rispetto a qualcos’altro, il secondo lo stesso ma più a poppa. Anche questi concetti sono importanti, e sono alla base del linguaggio nautico.

La lunghezza dello scafo

Una delle caratteristiche dello scafo della barca è la lunghezza. Ma non bisogna fare confusione tra la lunghezza al galleggiamento e la lunghezza fuori tutto.

La lunghezza al galleggiamento è quella della parte sommersa; la lunghezza fuori tutto è generale, quella massima. La profondità maggiore è definita come pescaggio, mentre l’altezza della murata è il bordo libero.

Vi abbiamo descritto lo scafo, i suoi elementi essenziali e tutti i particolari da tenere a mente. Ad ogni modo, uno scafo di qualità è indispensabile per il comfort e per la longevità dell’imbarcazione: è da valutare con attenzione quando si va ad acquistare una barca. Quest’ultima deve essere in condizioni perfette per garantire sicurezza, comodità, durata e resistenza all’usura!