Vacanze al mare estate 2020: dopo l'isolamento si potrà andare al mare?

Le vacanze nella stagione estiva 2020 si faranno o no? Mentre l’allerta sanitaria causata dal coronavirus è ben lontana dall’essere risolta, i consumatori per l’Unione Europea devono essere messi nelle condizioni di poter rifiutare i buoni che i tour operator hanno messo a disposizione in sostituzione del rimborso per tutti i viaggi che sono stati annullati per effetto della pandemia. Didier Reynders, commissario Ue per la Giustizia, dialogando con la Commissione per il Mercato interno del Parlamento Europeo in conferenza video ha posto l’accento sui notevoli problemi di liquidità a cui gli operatori del settore turistico dovranno far fronte in conseguenza delle richieste di rimborso innescate dagli annullamenti dei viaggi e, ovviamente, dall’assenza di prenotazioni nuove.

La tutela del settore

Secondo Reynders, è indispensabile riuscire a raggiungere un punto di equilibrio tra il sostegno al settore del turismo e la tutela dei consumatori. Una via di uscita potenziale, per il commissario Ue, consiste nel mettere a disposizione dei clienti delle agenzie dei buoni in sostituzione dei rimborsi cash, a patto che i clienti possano comunque usufruire di un rimborso completo qualora i coupon non vengano sfruttati. In sintesi, si tratterebbe di coupon su base volontaria, che dovrebbero essere garantiti da possibili fallimenti a cui dovessero andare incontro i tour operator.

Si potrà andare al mare?

Già nella Fase 1 coloro che abitano al mare hanno la possibilità di fare il bagno, sempre che non vi siano delle ordinanze locali che lo proibiscano: devono essere evitati, però, gli stabilimenti balneari. È possibile dedicarsi all’attività motoria nei pressi della casa in cui si vive: ciò è consentito, dunque, anche per coloro che abitano in contesti marini, fluviali o lacustri. Il bagno nel lago, nel fiume o al mare si può fare, a condizione che non si sia positivi al coronavirus e che non si debba rispettare la quarantena; resta fondamentale, ovviamente, mantenere 1 metro di distanza rispetto alle altre persone. Il divieto di ingresso e di circolazione permane negli stabilimenti balneari, così come nelle zone verdi urbane e nei parchi.

Come fare il bagno durante l’emergenza Covid-19

Per fare il bagno è necessario evitare di allontanarsi dal luogo in cui si vive e non deve essere necessario effettuare spostamenti significativi o ricorrere a mezzi di locomozione. Nel caso in cui vengano effettuati dei controlli, è sufficiente giustificarsi con un’autocertificazione per evidenziare la sussistenza delle condizioni che consentono di rimanere fuori: il bagno è un’attività motoria che viene effettuata nei pressi della propria casa.

Le conseguenze economiche

Le Regioni hanno chiesto al governo di prevedere un bonus vacanze: si tratterebbe di un abbattimento fiscale con lo scopo di sostenere il turismo interno. Allo studio ci sono altre iniziative, tra le quali il trasferimento della tassa di soggiorno alle imprese turistiche o il credito fiscale per i locatari. Ma non è tutto, perché si stanno prendendo in esame ulteriori forme di finanziamento a fondo perduto in conto capitale. È al vaglio, poi, un abbattimento totale dell’Imu per quest’anno, seguito da una sua riduzione per il 2021 e per il 2022. In alcune regioni sono già state pianificate delle iniziative a favore dei soggiorni negli stabilimenti balneari, nei campeggi, negli hotel e nelle strutture termali, ma il problema è che in questa babele di ordinanze si rischia di fare confusione o, peggio, di distinguere tra figli e figliastri. Mentre i comuni e le regioni agiscono in ordine sparso, insomma, si rende necessaria un’ordinanza nazionale che possa essere ritenuta valida su tutto il territorio nazionale.

Gli stabilimenti balneari ai tempi del coronavirus

Come è facile immaginare, quello dei prossimi mesi (se non addirittura dei prossimi anni) sarà un turismo domestico, basato sui piccoli spostamenti: è lecito e prevedibile dire addio ai grandi flussi di turisti stranieri visti negli anni passati. Fino al 3 maggio gli stabilimenti balneari resteranno chiusi al pubblico, come pure le aree di pertinenza relative. Per esempio, un’ordinanza di Roma Capitale ha imposto il divieto di accesso ai lidi di Acqua Rossa e della Pineta di Castel Fusano, ma regole simili sono valide ovunque.

L’accesso agli stabilimenti balneari

A partire dallo scorso 14 aprile è stato permesso l’ingresso agli stabilimenti balneari unicamente per lo staff che deve svolgere attività di vigilanza e di manutenzione. In Friuli Venezia Giulia, in Abruzzo e in Liguria è stato precisato che sarà possibile eseguire tali interventi anche nelle aree di pertinenza o in concessione. Gli interventi possono essere effettuati solo dopo che è stata data comunicazione al prefetto di competenza territoriale. Di conseguenza, il personale addetto e gli operatori balneari e turistici sono stati autorizzati a svolgere, nelle aree demaniali in concessione, i lavori richiesti per tutelare le risorse naturali della costa e del mare, per esempio per recuperare e smaltire i rifiuti che a causa del maltempo si sono accumulati sulle spiagge.

Si potrà andare in spiaggia?

Per il momento non si sa ancora se, quando e come nei prossimi mesi ci sarà la possibilità di andare in spiaggia: allo stato attuale non sono state identificate soluzioni definite da parte delle istituzioni. Sono diverse le questioni scottanti, a cominciare dalla sanificazione delle attrezzature per arrivare al distanziamento degli ombrelloni. Tra le proposte più interessanti c’è quella di creare dei cubicoli di plexiglass e alluminio trasparenti, con un lato di 4 metri e mezzo e un’altezza di 2 metri, in grado di accogliere un ombrellone e due lettini. Tuttavia sono già iniziate le prime contestazioni in merito. Le alternative sono costituite da tunnel igienizzanti o erogatori che spruzzano soluzioni disinfettanti; più semplice ricorrere a separatori tra gli ombrelloni in plexiglass.

Il turismo bloccato

Resta il fatto che ad ora sono proibiti gli spostamenti per ragioni di turismo. I turisti stranieri eventualmente bloccati in Italia devono contattare l’ambasciata del proprio Paese per poter rientrare, anche perché ci potrebbero essere problemi dal punto di vista della disponibilità di treni, traghetti o aerei. Gli alberghi sono aperti, ma non per i turisti: possono usufruirne solo coloro che hanno comprovate esigenze.