San Benedetto del Tronto: una città dal volto multiforme tra mare, arte e natura

Se si desidera una vacanza che coniughi l’arte con la natura, allora San Benedetto del Tronto è la città giusta. Esatto. Si tratta di un luogo dall’identità multiforme, nel quale si incontrano le esigenze di tutti.

Sarà superfluo dire dov’è San Benedetto del Tronto. Tuttavia, non dando per scontato la sua presentazione, che non ha certo bisogno di presentazioni, apriamo il sipario. La città di San Benedetto del Tronto è alquanto grande, poiché vi si contano circa cinquanta mila abitanti. Qui, l’acqua è la protagonista indiscussa.

Infatti, San Benedetto del Tronto si affaccia sul Mar Adriatico. E non è tutto. La città marchigiana si trova in provincia di Ascoli Piceno, contornata dai fiumi Tronto e Tesino e dal torrente Albula. Tra una nuotata ed una passeggiata, comincia la visita di questo posto la cui aria promette incanto.

San Benedetto del Tronto: a chi deve il suo toponimo?

Molte volte ci si chiede perché una determinata città si chiami così. Nel caso di San Benedetto del Tronto, il suo toponimo si deve a San Benedetto Martire. Egli non rinnegò la fede cristiana, a costo della sua stessa vita. Di conseguenza, San Benedetto Martire è diventato il Patrono di San Benedetto del Tronto.

In onore del Santo è stata costruita l’omonima Chiesa. Essa è davvero antica e si trova di fronte alla Torre dei Gualtieri, tra le case, in uno scorcio di San Benedetto del Tronto. L'edificio religioso è stato costruito sulla tomba del Santo. In seguito, la Chiesa di San Benedetto Martire è stata ristrutturata nel ‘700, ad opera dell’architetto milanese Pietro Augustoni, secondo i dettami dello stile neoclassico. Il materiale scelto per la sua ristrutturazione è stato il laterizio.

E com’è la Chiesa al suo interno? Con una sola navata, sormontata da una volta a botte lunettata. Si tratta di una Chiesa prestigiosa per San Benedetto del Tronto, poiché essa custodisce reperti, opere ed epigrafi.

Ascoli Piceno, spiaggia di San Benedetto
Ascoli Piceno, spiaggia di San Benedetto

San Benedetto del Tronto: ecco stagliarsi da lontano la Torre dei Gualtieri

Per giungere a San Benedetto del Tronto in auto, occorre prendere l’omonima uscita autostradale A14 Adriatica. In quanto la città è situata nella parte meridionale, al confine tra le Marche e l’Abruzzo. Mentre per chi arriva dalla parte settentrionale, troverà l’uscita al casello di Grottammare.

Una volta raggiunto San Benedetto del Tronto, ecco stagliarsi la Torre dei Gualtieri. Dove si trova? Nel borgo denominato Paese Alto. Da qui il mare è piuttosto vicino. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la Torre dei Gualtieri?

San Benedetto del Tronto: cosa si sa sulla Torre dei Gualtieri?

Questo Torrione è conosciuto anche con i nomi dialettali lu Turriò e lu Campanò. In quanto alla sua edificazione, la Torre dei Gualtieri è stata realizzata nel 1145, con forma geometrica esagonale. L’intera struttura è stata costruita in laterizio. Guardandola, si noterà il suo piano sopraelevato rispetto alla piazza di circa diciannove metri.

Su sei delle facciate della Torre dei Gualtieri vi sono finestre e feritoie. E queste corrispondono ai lati rivolti verso nord, nordovest e sud. Ed ancora nella parte rivolta a sud si trova l’ingresso. Mentre sul lato rivolto ad est spicca l’orologio. Infine, la sommità del Torrione è caratterizzata dal coronamento merlato ghibellino.

La personalità della Torre dei Gualtieri dimostra una funzionalità difensiva, per la sua predisposizione al contrattacco. I suoi avamposti, infatti, sono stati ideati per disporre armi da fuoco. Si può notare che ogni lato esterno della torre è spesso cinque metri. Mentre i lati interni hanno uno spessore individuale da un metro e cinquanta a un metro e settanta. È possibile visitare, oggi, la Torre dei Gualtieri grazie all’accesso da piazza Giuseppe Sacconi.

San Benedetto del Tronto e la Torre dei Gualtieri: perché la posizione dell'ingresso originario è simile ad ogni suo simile

Per tutelare l’identità del Torrione è stato lasciato l’ingresso originario, collocato sotto l’orologio. Perché l’accesso originario è nascosto? Questo lo si può osservare in qualunque torre. Sia a San Benedetto del Tronto che in ogni altro posto dai tratti medievali.

Durante la costruzione della Torre dei Gualtieri, l’accesso originario è stato ricavato a circa sei metri e dieci d’altezza dalla piazza. La decisione non veniva presa a casaccio. Questa peculiarità, infatti, si rivelava determinante in caso di incursioni straniere. Ciò serviva ad evitare che i nemici individuassero i punti di vulnerabilità, approfittando per farvi breccia.

La Torre dei Gualtieri, di fatto, ha lo sguardo rivolto verso il mare. Ed essa fungeva da postazione di controllo per la protezione del Castello di San Benedetto.

Cosa fa La Retara a San Benedetto del Tronto?

Passeggiando per San Benedetto del Tronto, si osserveranno certamente delle installazioni artistiche davvero singolari. Che cos’è La Retara? Ecco presentarsi davanti agli occhi una scultura di bronzo dall’aspetto vivo, quasi. E cosa inscena quest’installazione?

La statua bronzea dal nome La Retara si chiama così per una ragione ben precisa. Essa raffigura una donna intenta sia a fabbricare che a riparare le reti da pesca. Cosa farebbero gli uomini senza la sapiente pazienza delle donne? Ben poco, forse, data la loro impazienza.

Chi ha realizzato La Retara? L'opera appartiene all’artista Aldo Sergiacomi. Questa scultura ritrae scorci realistici dell'attività ittica, praticata quotidianamente. In particolare, la donna protagonista ha un volto sereno ed è al contempo concentrata sulla tessitura delle reti da pesca. Il messaggio che reca La Retara esprime la felicità data dalle cose semplici della vita e dalla piccola ma grande laboriosità.

Porto di San Benedetto Del Tronto
Porto di San Benedetto Del Tronto

San Benedetto del Tronto: dove si trovano le spiagge libere?

Come ogni località balneare che si rispetti, anche a San Benedetto del Tronto ci sono sia le spiagge libere che quelle con accesso a pagamento. Qui se ne citano alcune tra quelle il cui ingresso è libero nonché fruibile da tutti.

A San Benedetto del Tronto vi sono almeno trenta spiagge libere, munite di servizi igienici e docce. Tanto per cominciare, si può partire dalla spiaggia libera “ex camping”, ubicata tra lo stabilimento Claudia e Karma Beach. Tale spazio balneare dispone di un bagno e due docce.

San Benedetto del Tronto, come tutti i luoghi balneabili, è attento alle esigenze di ogni persona. Ecco perché va citata la spiaggia libera per disabili. Dov'è? Essa è sita tra lo stabilimento La Siesta e Promenade. Qui sono disponibili sia un bagno attrezzato per disabili che una doccia.

San Benedetto del Tronto si tinge d’azzurro e di verde nel suo cuore cittadino

Un’altra scena architettonica degna di nota presso San Benedetto del Tronto è la Palazzina Azzurra. Ed è qui che la città si tinge sia d’azzurro che di verde. La Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, infatti, fu costruita nel 1936. A quale scopo?

L'edificio fu pensato come struttura turistica. Saggia intuizione. Poiché da allora essa è divenuta il simbolo del fiorente turismo firmato San Benedetto del Tronto. E non è tutto. La Palazzina Azzurra guarda il mare, avendo accanto la Pineta Buozzi.

Ecco perché San Benedetto del Tronto acquista tonalità di colore tra l’azzurro ed il verde. Va detto che presso la Palazzina Azzurra si tengono:

  • Mostre fotografiche
  • Eventi culturali
  • Ritrovi artistici.

San Benedetto del Tronto: ecco servito un piatto di Seppie e patate

Quando si visita una città, anche il palato vuole la sua parte e bisogna accontentarlo. Quale modo migliore, se non quello di gustare i piatti tradizionali della zona? Così a San Benedetto del Tronto non bisogna perdersi un bel piatto di Seppie e Patate. Cosa serve per prepararlo?

Cominciamo dagli ingredienti per sei persone:

  • Un chilo di seppie, pulite e ben ripulite soprattutto dal loro interno e tagliate a listarelle;
  • Dell'olio d’oliva;
  • Due spicchi d’aglio tritati;
  • Un bicchiere di vino bianco secco;
  • Un bicchiere d’acqua (in cui non perdersi, con un po’ d’ironia);
  • Mezzo chilo di patate, pelate e tagliate a spicchi;
  • Sale e pepe di mulinello.

San Benedetto del Tronto nella preparazione delle Seppie e patate

È il momento di preparare le Seppie e patate, secondo la tradizione culinaria di San Benedetto del Tronto. Allora, per prima cosa, occorre prendere una padella, nella quale versare l’olio. Poi si accende il fornello per fare il soffritto insieme all’aglio.

Dopodiché vanno aggiunte le seppie, insaporendole con una manciata equilibrata di sale e pepe. Una volta fatto ciò, bisogna mescolare il tutto affinché si insaporisca. Quando l’acqua delle seppie sfuma, si versa il vino con dell’altra acqua. Così, per favorirne la cottura, occorre chiudere la pentola con il suo coperchio.

Dopo venti minuti di cottura, si possono calare le patate. E queste completano l’ultimo passaggio, prima di servire il piatto. Infatti, le Seppie e patate vanno servite calde. Infine, si può optare per una variante di condimento relativa a questa ricetta: la passata di pomodoro (o il suo concentrato diluito con acqua) insieme al prezzemolo tritato. E da San Benedetto del Tronto è tutto, per il momento. Buon appetito.