Maiori: la città della costiera amalfitana dal profumo agrumato, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco
Facciamo un salto a Maiori? È una città della costiera amalfitana, che è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Come possiamo raggiungere Maiori? È semplice. Essa si trova in provincia di Salerno e confina con delle meraviglie naturali.
Nello specifico, il Comune di Maiori si presenta confinante nella parte meridionale con i Monti Lattari. Il versante orientale lo vede incastonato tra Cetara e Vietri Sul Mare. A nord Maiori è vicina a Cava Dei Tirreni e Tramonti Mentre a ovest la città confina con Ravello e Minori.
Siamo partiti col botto, vero? Ebbene, in questo approfondimento ti invitiamo a visitare con noi la città di Maiori, concentrandoci su alcuni dei suoi tesori. Scopriamo l’identità agrumata di un luogo soleggiato, che ci lascia addosso il profumo ed il sapore del mare. In senso letterale. Allora, ti va di venire con noi? Cominciamo.
Indice
- Maiori: le sue origini sono circondate dai poli opposti di leggenda e storia
- Maiori: andiamo alle radici della Repubblica Amalfitana, quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità
- Maiori: dispieghiamo la bifora nasale alla volta del sentiero dei limoni
- Maiori: spicchiamo il volo sul Parco naturale di “Capo d’Orso”
- A Maiori prendiamo il sole sulla spiaggia più lunga della Costiera Amalfitana
- Maiori: sediamoci a tavola gustando il Risotto al limone
Maiori: le sue origini sono circondate dai poli opposti di leggenda e storia
Quali sono le origini di Maiori? È un po’ difficile stabilirle perché la città sorge tra leggende e fatti di storia realmente accaduti. Tuttavia, ci possiamo basare sulle informazioni divulgate dal Sito Istituzionale del Comune di Maiori.
E cosa leggiamo? Ad esempio, secondo Plinio, questa località campana discenderebbe dalla Dea Maja. Poi, c’è la convinzione secondo la quale i Greci avrebbero eretto un tempio in onore di un’altra divinità, ossia la Dea Boxstural.
In realtà, dovendo dare una spiegazione quantomeno storica, i primi insediamenti vedono protagoniste le popolazioni indigene. Esse subiscono le colonizzazioni dapprima per mano degli Etruschi e poi ad opera dei Romani. Ma a parte questi episodi di rappresaglie, purtroppo, come contraccolpo è avvenuto qualcosa di bello e valorizzante per Maiori. Cosa?
I Patrizi della Roma Imperiale capiscono il valore turistico della città. Così, essi realizzano un progetto ben preciso, pervenuto ai giorni nostri. Si tratta di un insediamento climatico-turistico avente l’accesso diretto al mare. E di questa costruzione sono evidenti i resti rinvenuti a Minori, di una villa romana risalente al I secolo d.C., che testimoniano per l’appunto l’arguzia nonché il fiuto per gli affari.
Maiori: andiamo alle radici della Repubblica Amalfitana, quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità
Si parla tanto di questo aspetto e cioè che Maiori, in quanto appartenente alla Repubblica Amalfitana, sia divenuta parte del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Ben detto. Ma come nasce questo posto unico al mondo? Immergiamoci brevemente fin alle radici e risaliamo su, al fine di comprenderne la risposta.
Secondo le fonti storiche, la Repubblica Amalfitana sarebbe sorta tra l’830 e l’840. Però, tale accezione non è certamente l’unica. Infatti, per lo storico Cerasuoli, essa nasce nell’872. È il momento in cui viene eletto il primo Doge, a seguito della creazione della confederazione degli Stati Amalfitani, avvenuta preventivamente nell’842.
Ad ogni modo, tra il IX ed il X secolo, la Repubblica Amalfitana vive il periodo di maggior sviluppo. Inoltre, essa brilla per i pregi dei suoi abitanti, che dimostrano tenacia, ingegno e talento da vendere.
Maiori e la Confederazione degli Stati della Repubblica Amalfitana, dall’ingegno difensivo
Come capiamo che la Repubblica Amalfitana sia nata da una confederazione di stati? Dalle peculiarità che contraddistinguono questa forma di governo.
In particolare, ogni città confederata reca una propria rappresentanza secondo quanto segue:
- Maiori diviene la sede di molti arsenali, dell’Ammiragliato, della Dogana e del Fondaco del Sale;
- A Minori vi risultano solo arsenali;
- Presso Positano vi è la scuola nautica;
- Ad Atrani si elegge il Doge nella Dieta;
- Amalfi risulta essere parimenti capitale e sede sia del Governo che dell’episcopato.
Ogni città è tenuta a fortificarsi, perciò vengono costruite delle strutture difensive, come ponti levatoi e torri.
Nel caso di Maiori la popolazione si impegna nella realizzazione di un possente baluardo la cui funzione è quella di proteggere i civili, senza però rinunciare alle gioie del mare. Infatti, l’opera di fortificazione è munita di tre porte che la collegano alla spiaggia. Ma intorno vi è un grande fossato che si attraversa con l’ausilio dei ponti levatoi.
Tra le opere a carattere difensivo non va certo dimenticato il Castello di S. Nicola di Thoro-plano, il cui perimetro è in piedi ancora oggi e custodisce al suo interno:
- Torri
- Caserme
- Cisterne.
Maiori: dispieghiamo la bifora nasale alla volta del sentiero dei limoni
Di solito si suol dire dispiegare le ali. Qui osiamo fare una digressione ironica: dispieghiamo la bifora nasale, addentrandoci nel sentiero dei limoni. Questo agrume è diventato il simbolo per antonomasia della costiera amalfitana.
Dove possiamo percorrere il sentiero dei limoni? Esso è tra i più celebri e suggestivi del Bel Paese e si snoda tra il Villaggio di Torre e la costa montuosa compresa fra Maiori e Minori. Oltre ad essere un tragitto gradevole all’olfatto è soprattutto adatto ad una camminata molto semplice.
In questo scorcio agrumato, la leggera fatica della passeggiata viene ripagata da un panorama d’eccezione. Se lo percorriamo, l’incanto è assicurato, poiché scopriamo dei dettagli paesaggistici di nicchia, che altrimenti non vedremmo affatto.
Primi fra tutti, sono i limoneti, ovviamente, dislocati sui terrazzamenti. Ma si possono ammirare anche i vigneti. Sia gli uni che gli altri digradano verso il mare, come una sinfonia che termina su note acquatiche, però. Oppure essi si notano sospesi su pendii rocciosi.
In quanto ai limoni, è proprio qui che costoro vengono coltivati adottando delle tecniche autoctone. Il frutto di questo sapiente e alacre lavoro culmina nell’ormai noto sfusato amalfitano.
Maiori: spicchiamo il volo sul Parco naturale di “Capo d’Orso”
Andare a Maiori, significa vivere un grande senso di libertà. Noi ti invitiamo a volteggiare sul Parco naturale di “Capo d’Orso”. Perché non camminare? Ora te lo spieghiamo. Dove ci troviamo esattamente? Su di un promontorio che ricopre una superficie territoriale di circa tremila ettari, a sud dei Monti lattari.
Qui la morfologia del terreno è ben diversa. Stiamo calcando un suolo calcareo-dolomitico, dai tratti ripidi e scoscesi. Solo per i più temerari. O per chi cerca un contatto schietto con la natura. Senza filtri. Date le caratteristiche già citate, è facile intuire che in questo promontorio sono custodite cavità e cunicoli naturali. Tra questi citiamo la Grotta Porta di Monte Piano.
In merito alla flora, invece, questo luogo si caratterizza per la tipica macchia mediterranea, fatta di vegetazione sempreverde. In particolare, vi sono alberi di leccio a bassa quota. Mentre, salendo incontriamo i boschi di castagni.
Maiori e la sua preziosa fauna mediterranea
Insieme alla flora mediterranea, vive anche l’omonima fauna impreziosita da:
- Volpe
- Faina
- Riccio
- Moscardino
- Talpa
- Topo selvatico
- Tasso
- Poiana
- Greppio
- Ghiandaia
- Gabbiano reale
- Falco pellegrino.
Quest'ultimo è monitorato poiché a rischio d’estinzione in tutto il mondo. Scongiurando una simile tragedia, per Maiori, il falco pellegrino è una pietra preziosa.
A Maiori prendiamo il sole sulla spiaggia più lunga della Costiera Amalfitana
Lo sai che a Maiori c’è la spiaggia più lunga della Costiera Amalfitana? Ce lo svela positano.com. Qui il tratto sabbioso raggiunge un chilometro di lunghezza, puntellato da tanti stabilimenti balneari. Il che lo rende particolarmente adatto a tutti. Anche perché si tratta di un lungomare pianeggiante.
La bellezza che ammiriamo oggi è un capolavoro di resilienza. In che senso? Nel 1954 si è verificata una frana che ha travolto il paese. Dopodiché il territorio si è ripreso assumendo la conformazione della pianura. Non tutto il male vien per nuocere, a volte.
Maiori: sediamoci a tavola gustando il Risotto al limone
Abbiamo parlato di Maiori in lungo e largo, per così dire, pregustandone la fragranza paesaggistica. Ora è giunto il momento di concludere questo viaggio. Sì, ma con gusto. Quindi, ti invitiamo a tavola con noi, per mangiare il Risotto al limone. L'agrume protagonista della cucina campana.
Abbiamo selezionato la ricetta dall’inserto LA CUCINA CAMPANA IN 480 RICETTE TRADIZIONALI de “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”.
Maiori: ecco gli ingredienti del Risotto al limone
Allora, eccoci a Maiori, intenti a racimolare gli ingredienti del Risotto al limone per quattro persone:
- 400 g di riso
- ¼ di cipolla
- Due cucchiaiate di burro
- Un limone
- ½ bicchiere di vino bianco secco
- Un pezzetto di scorza di limone
- Due cucchiaiate di prezzemolo
- Due dadi da brodo
- Sale e pepe.
Maiori nella preparazione del Risotto al limone
Dunque, gustiamo Maiori in questo piatto di Risotto al limone. Per prima cosa, tritiamo la cipolla e la facciamo soffriggere con il burro in una casseruola. Dopodiché, aggiungiamo il riso, lasciando che esso si insaporisca.
Poi, versiamo il vino ed uniamo la scorza di limone, avendo cura di privarla della parte bianca interna. Così, mettiamo a bollire un litro d’acqua. A far poi compagnia al riso servono ora i dadi.
La cottura del riso è in un certo senso un rituale di pazienza. E durante questo procedimento, dobbiamo aggiungere l’acqua al riso un po’ alla volta, per ben quindici minuti. A questo punto, passiamo ad impiattare.
Cosa ci occorre adesso? Dopo aver tolto il riso dal piano di cottura, vi uniamo il prezzemolo tritato ed il succo di limone. Infine, condiamo la pietanza con sale e pepe. Ed il Risotto al limone è pronto.
Ed in questo spirito conviviale, noi speriamo di averti condotto in un’esperienza gustativa oltre le tue aspettative. Non ci resta che augurarti buon appetito. Grazie per averci letto.