Fiumefreddo Bruzio: il Flumen frigidum nel Cosentino noto per la sua fresca purezza
Conosci Fiumefreddo Bruzio? Siamo nella provincia calabra di Cosenza. In questo Comune si contano oltre tremila abitanti. Ed esso è certamente tra i borghi più sorprendenti. Perché? Intendiamo svelartelo nell’approfondimento che segue.
Per quale motivo questo borgo è denominato Flumen frigidum? La risposta proviene dalla sua storia e soprattutto dalla sua morfologia. Quale cartolina ti proponiamo stavolta? Qualcosa di veramente forte, che reagisce alla devastazione e risorge.
A Fiumefreddo Bruzio incontri le mura di cinta, cinte dal mare. Ed in questo, puoi esplorare una terra caratterizzata da una serie di attività divertenti. Inoltre, durante tutto l’anno si tengono degli eventi particolari. Per tutti i gusti. A proposito di gusto, terminiamo l’articolo con qualcosa di tipico da gustare.
Allora, ti invitiamo a seguirci, perché, come si dice in dialetto calabrese: “L’HOMU CHI NNO’ LLEJA… È CCOMU ‘U LINU CHI NNO’ mPASSA ‘O CARDDU!”, cioè “chi non legge è simile ai capelli nodosi che non passano ai denti del pettine!” - Da soveratoweb.com
Indice
- Fiumefreddo Bruzio: il Flumen frigidum in cui è fresco naufragare tra onde di purezza
- Fiumefreddo Bruzio: la classe non è acqua e nemmeno la resistenza alle invasioni
- Fiumefreddo Bruzio: tra le mura di cinta della città cinte dal mare incontri l'anima del borgo
- Fiumefreddo Bruzio: ti va un primo di Bucatini ai peperoni?
- Fiumefreddo Bruzio: ecco servita la dolce spirale delle Scalille
Fiumefreddo Bruzio: il Flumen frigidum in cui è fresco naufragare tra onde di purezza
Da dove deriva la denominazione di Fiumefreddo Bruzio? La risposta ti stupirà, scorrendo da I Borghi più Belli d’Italia. Il nome di questo Comune in provincia di Cosenza si deve al fiume anticamente noto come Flumen frigidum, il cui significato è inondato da un fiume le cui acque spiccano per freschezza e purezza. Pensa che esso sgorga dalla roccia. Un temperamento soave e tenace, non trovi?
E Bruzio? Giusto. Pensavi ci stesse sfuggendo. Invece no. Questo è un appellativo aggiunto a Fiumefreddo, nel 1860, per contraddistinguerlo da altre città, evitando casi di omonimia. Il borgo di Fiumefreddo Bruzio conserva tracce di devastazioni ma soprattutto di rinascite.
Storicamente, i Saraceni giunti qui tra i secoli IX e X, radono al suolo ciò che pare appartenuto ai Romani. Ci riferiamo alla collina Cutura. Questa località appartiene, all’epoca, ai Longobardi e per giunta si trova al confine con le terre dei Bizantini. A seguito della distruzione subita, ricomincia la rinascita. Siamo nell’anno Mille.
Cosa accade poi? Arrivano i Normanni che, occupando Fiumefreddo Bruzio, erigono una torre difensiva, approfittando degli strapiombi naturali. Nel 1201, il Governatore della Calabria, tale Simone de Mamistra, converte quella torre in un Castello fortificato. In quest’occasione, egli regala il monastero basiliano sito a Valle Cent’Acque al monaco Gioacchino da Fiore. Quest'ultimo, in quanto dedito ad attività di studio ed interpretazione dei testi sacri, fonda l’Ordine florense.
Fiumefreddo Bruzio: la classe non è acqua e nemmeno la resistenza alle invasioni
A Fiumefreddo Bruzio puoi notare tanta forza di volontà, scolpita dalla storia. Già, perché, di fatto il borgo subisce svariate dominazioni, avvicendandosi tra Angioini e Aragonesi. Tuttavia, nel 1528 avviene una svolta. L’imperatore Carlo V, osservando il valore del capitano spagnolo Pietro Gonzales de Mendoza, impegnato nelle battaglie vincenti contro i Francesi, lo premia. Come? Assegnandogli la baronia della Calabria.
Il capitano spagnolo acquista addirittura maggior prestigio, grazie ad un matrimonio regale. Egli sposa l’unica erede di Fernando de Alarcon. Una romantica mossa strategica che gli permette di unirsi, così, ad un forte casato. Ad ogni modo, Mendoza fa ricostruire il Castello, provvedendo al contempo alla fortificazione delle mura di cinta.
Data la morfologia del territorio, Fiumefreddo Bruzio deve vedersela con un sisma che lo scuote, causando nuovamente distruzione. Ed a subirne le scosse stavolta ci sono anche i Borboni. Essi si arrendono all’attacco dei Francesi guidati da Napoleone, cedendo loro l'intero borgo.
Fiumefreddo Bruzio: tra le mura di cinta della città cinte dal mare incontri l'anima del borgo
Fiumefreddo Bruzio si affaccia sul Mar Tirreno. Ed il bello è che l’acqua cinge le mura di cinta del borgo. Esso, a sua volta, si trova lambito dal fiume d’acqua potabile, che ha dato i natali alla città, in un certo senso. Da una goccia al mare aperto, il tuffo è breve ma intenso.
Quali attività divertenti possiamo vivere a Fiumefreddo Bruzio? Qui è possibile organizzarsi per delle escursioni o trekking sul Monte Cocuzzo, la cui altezza è pari a 1540 metri. Inoltre, percorrendo i rilievi lungo la costa incontriamo la Grotta dell’Eremita, detta così perché era il rifugio degli asceti, durante il regno bizantino. E parimenti troviamo la nemesi di questo luogo, ossia la Bocca d’Inferno, i cui tratti si rivelano selvaggi.
Mentre tra gli eventi, segnaliamo la Sagra del bucatino al sugo d’agnello, che si tiene ad agosto. A tal riguardo, più avanti ti sveliamo una ricetta che vede i bucatini protagonisti ma con una variante culinaria. Se ti rechi a Fiumefreddo Bruzio in occasione della Festa di Santa Maria Assunta, che coincide con il Ferragosto, il tuo palato festeggerà con te. Ricorda che in quest’evento religioso c’è la degustazione della Filiciata, cioè il fior di latte servito sulle felci.
Durante l’estate si tengono sia feste religiose sia spettacoli nel centro storico. Gli appuntamenti dal sapore mistico e divertente non mancano di certo. E noi stiamo per anticiparti qualcosa da pregustare. Vuoi sederti a tavola con noi?
Fiumefreddo Bruzio: ti va un primo di Bucatini ai peperoni?
Cosa puoi gustare a Fiumefreddo Bruzio? Cominciamo da un primo piatto di Bucatini ai peperoni, in quanto protagonisti dell’omonimo evento loro dedicato. Ti suggeriamo la ricetta estratta dall’inserto de “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” dal titolo “LA CUCINA CALABRESE IN 300 RICETTE TRADIZONALI”.
Quali sono gli ingredienti? Eccoli qui di seguito:
- 300 o 350 g di bucatini
- Due peperoni, del colore a scelta purché diverso
- 250 g di pomodori pelati
- Due spicchi d’aglio
- 100 g di guanciale
- Alcune foglie di basilico
- Olio di frantoio
Una volta reperiti gli ingredienti, passiamo alla preparazione dei Bucatini ai peperoni. Per prima cosa occorre lavare i peperoni. Dopodiché essi vanno mondati e tagliati a piccole strisce. Poi, scaldiamo l’olio, nel quale imbiondiamo l’aglio. Così, tagliamo il guanciale a cubetti e lo versiamo nella padella insieme ai peperoni. Badiamo a non sciogliere completamente il guanciale.
Trascorsi cinque minuti di cottura, è il turno dei pomodori che vanno aggiunti spezzettati. A tener loro compagnia arriva il basilico. E questo è il condimento per la pasta. Ora cuocete la pasta al dente, aggiungendo una moderata quantità di sale. Quando la pasta è pronta da impiattare, scolatela e adagiatela nei piatti, in modo da poterla condire con la salsa ottenuta.
Essendo Fiumefreddo Bruzio un borgo conosciuto anche per il formaggio, il consiglio è di gustare i Bucatini ai peperoni, con una bella spolverata di pecorino grattugiato.
Fiumefreddo Bruzio: ecco servita la dolce spirale delle Scalille
Sebbene l’idea di una spirale sia tutt’altro che confortante, noi ti assicuriamo che questa è davvero dolce. A Fiumefreddo Bruzio si possono degustare anche dolciumi. E tra quelli tipicamente calabresi, abbiamo selezionato le Scalille. Anche questa ricetta spicca tra quelle presenti dal già citato inserto.
Quali ingredienti occorrono per le Scalille? Qui riportiamo le dosi necessarie per commensali dalle sei alle otto persone. Allora, rimbocchiamoci le maniche di gusto.
Ci servono:
- Un kg di farina
- Due gusci d’uovo pieni d’olio
- Un litro di anice ogni quattro tuorli d’uovo
- Quattro cucchiai di zucchero
- Dodici tuorli d’uovo
- Albumi battuti a neve
- Cannella
- Miele d’api.
Stai già pregustando la bontà? Aspetta che il meglio deve ancora arrivare. Passiamo, ora, alla preparazione delle Scalille. Lavoriamo insieme tutti gli ingredienti sopra citati, eccetto il miele, per ottenere una pasta semi morbida. Dopodiché ricaviamo da essa dei bastoncini grandi quanto un dito. Essi vanno, poi, avvolti a spirale attorno ad una canna. Successivamente, sfiliamo i bastoncini, avendo cura di circondarli con un altro bastoncino di pasta. Il composto ottenuto deve assumere una forma ovale, con la spirale al centro.
Adesso è il momento di riscaldare l’olio, affinché sia pronto per la frittura. Ed in un secondo momento scaldiamo leggermente il miele. Bene. Friggiamo le Scalille e le adagiamo su di un foglio di carta da cucina assorbente, così da eliminare l’olio in eccesso. Una volta fatto ciò, passiamo le Scalille nel miele, aggiungendo poco zucchero. Infine, terminiamo con una bella spolverata di cannella. Niente male, vero? Abbiamo riservato un posto per te. Ci sarai? Comunque, ti auguriamo buon appetito!