San Felice Circeo: il verdeggiante e roccioso borgo latinense ti ammalia con la sua seducente leggenda
A San Felice Circeo il protagonista non è soltanto il mare. Sai dove ci troviamo? In provincia di Latina. E qui tra un’onda e l’altra si infrange sulla riva anche una storia dal sapore cavalleresco, la quale ti ammalia con la sua seducente leggenda.
La promessa di trame e intrighi suscita il tuo interesse? Ebbene non siamo sulla scena di una qualsiasi telenovela, bensì su quella di un contesto storico medievale. Ed in quanto tale, esso promette la narrazione di fatti realmente accaduti o apparentamene tramandati. Come ben sappiamo, sul passato aleggia sempre quel velo di mistero che accende la curiosità. Quindi non ti deluderemo.
In questo approfondimento su San Felice Circeo, noi intendiamo accompagnarti alla scoperta di un borgo verdeggiante, il cui promontorio si protende sul Mar Tirreno. Ed in questo paesaggio, veniamo ammaliati da Circe, in un quadro che ritrae riti religiosi, siti storici e sapori.
Allora, ti va di incantarti insieme a noi? Ti diamo il benvenuto!
Indice
- San Felice Circeo: etimologia dedicata al culto di Circe o a San Felice II antipapa?
- San Felice Circeo: rompiamo l'incantesimo della Maga Circe
- San Felice Circeo: da habitat dell’uomo preistorico a colonia romana
- San Felice Circeo: un respiro cavalleresco sospeso tra l’incantevole natura ed il fascino del suo passato
- San Felice Circeo: un respiro profondo tra natura, storia e arte contemporanea
- San Felice Circeo: le sue tradizioni hanno il sapore dell’orgoglio autoctono che accoglie le diversità culinarie
- San Felice Circeo: alternative raffinatamente gustose e nutrienti per palati semivegetariani
San Felice Circeo: etimologia dedicata al culto di Circe o a San Felice II antipapa?
Secondo te, il toponimo San Felice Circeo da dove deriverebbe? Ce lo siamo chiesto anche noi ed eccoci qui. Su I Borghi Più Belli d’Italia abbiamo trovato la risposta. E molto altro. Stando ad un’antica leggenda, la denominazione di Circeo (un tempo Circei) si deve proprio all’osservanza del culto nei confronti della Maga Circe. A prova di ciò, è presente un tempio in cima al Monte Circeo.
Tuttavia, essa non è l’unica protagonista riguardo all’origine del nome del borgo. In base ad una spiegazione religiosa, pare che una parte del toponimo, ossia San Felice, derivi dall’omonimo santo, San Felice II antipapa, vissuto nel IV secolo d.C.
Nell'intero Comune di San Felice Circeo si contano oltre diecimila abitanti. E come già accennato, ci troviamo nel latinense del Lazio. Questo borgo si adagia sulla costa del Mar Tirreno, a Sud del capoluogo di regione, cioè Roma. Qui ci troviamo nel bel mezzo di una zona tra il promontorio roccioso e aree verdeggianti.
San Felice Circeo: rompiamo l'incantesimo della Maga Circe
Chi è Circe? Rinfreschiamoci un attimo la memoria scolastica in fatto di mitologia greca. Grazie alle informazioni divulgate dall’Enciclopedia Treccani, presentiamo brevemente questa dea. I genitori della Maga Circe sono Elio e Perse e lei non è l’unica della famiglia, in quanto sorella di Eeta e Pasifae.
Bene. E cosa c'entra Circe con il Lazio? Anticamente, la sua dimora sarebbe stata proprio il promontorio laziale, una volta noto come Isola di Eea. Di conseguenza, la località prende il nome dalla divinità, cioè Circeo.
E per quale motivo la Maga Circe fa così tanta paura? Perché nell’Odissea si narra che sia esattamente lei a trasformare in porci i compagni di Ulisse, che si erano recati lì per esplorare l’isola.
Dato il fascino ammaliante della Maga Circe, per riavere i suoi compagni di viaggio, Ulisse deve scendere a compromessi. La condizione è che egli resti con lei amandola. Un lasso di tempo che diventa un anno. Ma alla fine, la dea è costretta a trasformare i porci nelle loro sembianze originarie, ossia in esseri umani, lasciando che Ulisse prosegua per la sua strada.
Qualcosa che accade anche nella nostra realtà. Non trovi? Certamente nulla di magico, ma la gelosia che ci fa perdere di vista il valore reale tanto delle cose quanto delle persone. E così perdiamo il lume della ragione. Dunque, destiamoci da questo incantesimo, che la vita vera è più bella.
San Felice Circeo: da habitat dell’uomo preistorico a colonia romana
Ecco un altro aspetto importante. A San Felice Circeo vi sono tracce dell’uomo preistorico. Parliamo di un borgo che vede avvicendarsi i protagonisti di cruciali tappe storiche. Innanzitutto, stando ai ritrovamenti, il promontorio è stato l’habitat dell’uomo preistorico. Precisamente di due specie:
- Neanderthal
- Sapiens.
Di tale presenza evolutiva vi sono ancora tracce, tra cui il teschio dell’Homo Neanderthalensis, vissuto circa 50 mila anni fa, scoperto dagli archeologi presso la Grotta Guattari.
Ma San Felice Circeo non è soltanto teatro dell’evoluzione umana. Esso, di fatto, porta i segni della presenza dei Romani, che stanziandosi lì ne hanno fatto una colonia. A testimonianza di ciò, il borgo si erge sulla pianta tradizionalmente realizzata secondo i dettami della centuriazione romana. In cosa consisteva?
Secondo la definizione data dall’Enciclopedia Treccani, le regole della centuriazione romana vigevano nella Roma antica. Esse prevedevano la divisione dei terreni da assegnare ai privati o agli agricoltori. Inoltre, questo sistema di assegnazione terriera poteva parimenti sottrarre zone alle colonie.
Quindi, i terreni venivano letteralmente divisi in quadrati, i cui fondi dovevano bastare ad un centinaio di famiglie. Mentre i lotti all’interno erano assegnati a sorte. Per ripartire equamente e perpendicolarmente le aree, occorreva uno strumento di precisione, la groma. Cos'era? Uno strumento utilizzato in agraria, formato da due bracci uguali perpendicolari fra loro. Questi ultimi erano imperniati su un’asta infissa nel terreno e aventi a ogni estremità un filo a piombo.
San Felice Circeo: un respiro cavalleresco sospeso tra l’incantevole natura ed il fascino del suo passato
A volte il passato non è tutto da dimenticare. Come in questo caso, a San Felice Circeo. Qui ogni piccolo dettaglio si racconta. Per entrare nel borgo, bisognare varcare la soglia di una porta ad arco, al cui cospetto un tempo c’era il ponte levatoio, a difesa della città. Ma una volta dentro, lo spettacolo è assicurato: un centro storico il cui spirito è dominato da una flora avvolgente.
Qui, infatti, troviamo boschi incantati in cui passeggiare e sentieri dove praticare trekking. Questo è parte di un progetto naturale dall’ampio respiro: il Parco Nazionale. Esso nasce nel 1934 con l’intento di custodire l’intera ricchezza donata dalla natura autoctona. Che dire, l’idea si è rivelata realmente efficace.
San Felice Circeo: la Torre dei Templari sfoggia un orologio unico senza tempo
Inoltre, sempre nel cuore del centro storico, ad ogni falcata, ammiriamo la Piazza Vittorio Veneto. Questa è stata ristrutturata di recente ed è nota per la Torre dei Templari, uno dei simboli dell’ordine cavalleresco, stanziatosi qui tra il 1240 ed il 1259. Sulla facciata della torre vi è un antico orologio a sei ore. Cos'ha di unico questo orologio?
Ce lo svela IL GIORNALE DEGLI OROLOGI, nell’articolo Gli orologi a 6 ore: quando alle sette suonava l’una. I suoi rintocchi scoccano le ore in quattro sequenze da uno a sei. Un sistema di misurazione oraria in voga tra i secoli XVII e XVII, nei territori dello Stato della Chiesa. Ma questa non è l’unica testimonianza dei cavalieri cattolici.
Di fatto, spostandoci nell’attigua Piazza Lanzuisi, troviamo la sede della Pro Loco di San Felice Circeo, nota come La Porta Del Parco. Qui c’è la sala-cappella dei Templari, al cui ingresso vi è un arco a sesto acuto, quale dettaglio architettonico tipico dell’ordine cavalleresco.
San Felice Circeo: un respiro profondo tra natura, storia e arte contemporanea
A San Felice Circeo si respira un’aria letteralmente multisensoriale. Essa ti abbraccia con dei periodi storici diversi che si incontrano conservati nel presente. Ad esempio, nelle sale della Torre dei Templari è possibile visitare la mostra permanente Homo Sapiens ed Habitat. E non solo.
Se ami l’arte del Novecento, sei nel posto giusto. Poiché all’interno delle stanze della Torre dei Templari puoi ammirare la personale collezione artistica di Elsa De Giorgi, meglio nota come la diva dei telefoni bianchi negli anni ‘60.
Mentre per un ampio respiro nella natura, possiamo accomodarci nel Giardino panoramico di Vigna La Corte. Da qui il panorama è mozzafiato, perché scorgiamo quattro posti meravigliosi:
- Mar Tirreno
- Costa di San Felice Circeo
- Riviera d’Ulisse
- Sito archeologico romano della Villa dei Quattro Venti (risalente ai secoli II-I a.C.).
Se ci dirigiamo a sud del promontorio di San Felice Circeo, nella località di Quarto Caldo, possiamo addentrarci nelle rinomate grotte preistoriche. E da qui a farci da guida sarà il Faro di Capo Circeo.
Ed infine, per gli animi più romantici, suggeriamo di non perdere la fioritura dei ciclamini, appuntamento consueto ad ogni primavera e autunno. Uno spettacolo per la vista, con le loro gradazioni di viola che colorano i sentieri. Ecco che accomodandoci tra natura, storia e arte contemporanea, siamo tutti accomodati.
San Felice Circeo: le sue tradizioni hanno il sapore dell’orgoglio autoctono che accoglie le diversità culinarie
A San Felice Circeo lo spirito culinario autoctono accoglie le altrui diversità in cucina. Per esempio, durante l’Epifania, che talvolta si suol definire “la festa più buona che ci sia”, si offrono sia dolci che polenta con salsiccia sanfeliciana. Ovviamente, la polenta deriva dall'Italia Settentrionale. Però, questa tradizione culinaria trova comunque il suo abbinamento, senza smarrire la propria identità.
E sempre in occasione dell’Epifania che tutte le feste si porta via, è possibile salutarla con gusto. Già perché a ridosso di tale festività, si tiene la Sagra del Canascione, una pizza ripiena. Questo piatto è tradizionalmente contadino.
Mentre d’estate vengono promossi i prodotti biologici dell’Agro Pontino. E questa non è la sola dimostrazione del proprio orgoglio autoctono. Va detto, infatti, che qui è noto l’allevamento della bufala, la cui carne è pregiata.
San Felice Circeo: alternative raffinatamente gustose e nutrienti per palati semivegetariani
Abbiamo pensato anche a coloro che alla carne preferiscono sapori alternativi, ma altrettanto gustosi e nutrienti. Quali? A San Felice Circeo si possono gustare piatti a base di pesce azzurro.
Mentre per chi desidera solo cibi vegetariani, è possibile optare per i prodotti ortofrutticoli, come le zucchine e le angurie, esportate anche all’estero. Ed ancora, qui si coltiva perfino lo zafferano.
Adesso senti anche tu un ronzio piacevole? È quello delle api. Perché San Felice Circeo è un borgo nel quale l’apicoltura è praticata responsabilmente. E qui il miele prodotto ha la personalità balsamica data dall’eucalipto.
Insomma, in questo posto laziale del latinense si respira un’atmosfera gioiosa tutto l’anno. Non hai che l’imbarazzo della scelta. Tra una boccata d’aria e l’altra, prendiamo respiro insieme, alla volta di San Felice Circeo. Dove leggenda, saperi e sapori costituiscono una ricetta tradizionale dal gusto vincente.