Vacanza in campeggio in Sardegna

Mollare tutto per qualche giorno, scappare dal cemento e dormire sotto le stelle, magari con le onde del mare che echeggiano a pochi passi. Poi però quella piccola fantasia ha preso forma, e ha cominciato a profumare di mirto, vento caldo e sabbia finissima. Se anche tu stai accarezzando l’idea di fare una vacanza diversa, una di quelle che lasciano spazio alla libertà e all’improvvisazione, allora la Sardegna in campeggio potrebbe diventare il tuo prossimo colpo di fulmine . E fidati, non c’è bisogno di essere esperti campeggiatori per innamorarsi.

Certo, non si parte all’avventura senza una bussola — soprattutto se si sceglie un'isola che ha il sapore della libertà ma anche una geografia tutta da rispettare. Ed è qui che entra in gioco il sapere. Non quello scolastico, ma quello della strada: le dritte che nessuno ti dà finché non ti ritrovi con la sabbia nelle mutande e la batteria del telefono a zero.

Sei cose fondamentali da sapere prima di partire

  1. La prima riguarda il tempo . E no, non parlo delle previsioni meteo. In Sardegna il sole sa essere generoso, ma anche prepotente. Il caldo estivo picchia forte, soprattutto tra luglio e agosto. Se vuoi davvero goderti l’isola, prova a pensare fuori stagione. Giugno è una carezza: le giornate sono lunghe, la luce è dorata, i paesini respirano lenti e le spiagge non sembrano stadi pieni di ombrelloni. Anche settembre ha il suo fascino, con quella malinconia dolce delle cose che finiscono ma lasciano il segno. Certo, magari troverai meno eventi, ma in cambio avrai la Sardegna quasi tutta per te, come se l’isola ti sussurrasse all’orecchio .
  2. Il secondo punto è un invito a rompere gli schemi: scegli il campeggio che racconta la tua storia, non quello che va di moda . Se sogni albe sul mare, scegli una struttura che si affaccia sulla costa orientale. Se invece ami la montagna, la solitudine e i profumi del bosco, la Barbagia o l’Ogliastra potrebbero regalarti sorprese. E poi ci sono le vie di mezzo, i campeggi agricoli, le strutture immerse tra gli ulivi, dove il silenzio è il vero lusso. La cosa bella dei campeggi in Sardegna è proprio questa: ce n’è per ogni gusto, per ogni tasca, per ogni tipo di anima . Dai glamping super attrezzati con tende da rivista a soluzioni più spartane ma piene di autenticità, l’isola ti mette davanti a un menù variegato. E a quel punto, scegliere diventa un esercizio di sincerità con te stesso.
  3. Parliamo ora di esperienze . Perché campeggiare in Sardegna non è solo dormire in tenda o in bungalow, è vivere l’isola da dentro, come un battito sotto pelle. Una mattina potresti svegliarti con il canto dei gabbiani e il profumo del caffè fatto sul fornello da campo, e nel pomeriggio potresti perderti nei vicoli di un borgo antico, con una nonna che ti offre un bicchiere di vernaccia come se fossi suo nipote. Il campeggio è una porta d’accesso privilegiata alla Sardegna più vera , quella fatta di sguardi, strette di mano, risate davanti a un piatto di malloreddus cucinati come una volta.
  4. Se ami l’adrenalina, poi, l’isola sa sorprenderti anche lì. Kayak tra le grotte marine, escursioni nelle gole del Supramonte, snorkeling a Cala Mariolu, arrampicate su pareti rocciose che si tuffano nel blu: ogni giornata può diventare un’avventura , se ti lasci guidare dall’istinto e da qualche consiglio locale. E se invece cerchi solo il suono del mare e il profumo del pino marittimo, basta una sedia pieghevole, un libro e qualche ora per sentirti nel posto giusto.
  5. Ah, ma non pensare che tutto sia rose e fiori. Un campeggio può insegnarti il valore della semplicità, ma anche metterti alla prova. Serve organizzazione, soprattutto se è la prima volta che ci provi . Preparati bene: non tanto con mille oggetti, quanto con il giusto spirito. Porta con te una buona luce frontale, un power bank bello carico e soprattutto una mente flessibile. Perché può capitare che piova, che dimentichi il cavatappi o che il vicino di tenda russi come un trattore. Ma sono proprio questi piccoli imprevisti a rendere il campeggio umano, vero, memorabile.
  6. Poi c’è il capitolo cibo, e qui si apre un mondo. Scordati il solito toast da campeggio da supermercato: in Sardegna anche il più piccolo alimentari può sorprenderti con formaggi locali, pane appena sfornato e salumi che raccontano la storia della terra da cui vengono. I mercatini settimanali sono un tesoro di profumi e colori: pomodori secchi, olive, pecorino, miele di corbezzolo. E se hai una cucina da campo, cucinare all’aperto diventa quasi un rito. Altrimenti, fidati dei consigli dei locali: le trattorie fuori mano, quelle con le tovaglie a quadretti e il menù scritto a penna, nascondono le esperienze culinarie più autentiche. E quando ti trovi a masticare lentamente un boccone di seadas ancora calda, capisci che la Sardegna ha il sapore di casa, anche se non ci sei nato .

E mentre i giorni passano e il tuo corpo si abitua a vivere senza orari fissi, senza notifiche continue, con il ritmo lento del sole che sorge e tramonta, ti accorgi che campeggiare qui non è solo un modo di dormire. È un modo di stare nel mondo. Un ritorno all’essenziale, ma con stile.